In viaggio con i profumi: oud e boukhour

"Per profumare i loro appartamenti, gli Arabi fanno bruciare foglie di ginepro, a'ra'âr, con benzoino. I neonati ricevono spesso queste fumigazioni. Il tabacco di Souf, che è molto forte, è fumigato con foglie di ginepro. Le radici del serghin - il Thelephium Imperati L. che si trova nell'Algeria occidentale e principalmente in Marocco - entrano nella composizione dei profumi insieme al mastice, al chiodo di garofano, al benzoino e altro. Viene pestato tutto insieme, la polvere ottenuta è lavorata con l'acqua e messa sul fuoco in una pentola fino a quando non prende consistenza. Se ne ricavano poi delle palle che si fanno seccare al sole. Questo profumo, boukhour, è bruciato negli alloggi e fumigato nelle lenzuola più pregiate, soprattutto in occasione della prima notte di nozze." (da Revue de l'Orient, de l'Algerie e des colonies, 1849)
Boukhour (بخور) è la parola araba per indicare i legni impregnati di oli profumati che vengono bruciati in un incensiere per profumare ambienti, gli abiti e la persona, talvolta con la funzione accessoria di scacciare il malocchio. Il boukhour è bruciato anche nella quotidianità, ma soprattutto non manca in occasione del Venerdì, prima delle preghiere, durante i matrimoni o all'arrivo di ospiti, ciascuno dei quali è invitato al suo ingresso nel majlis (مجلس), l'assemblea, a deporre sul bruciatore un grano di questo particolare incenso, che viene poi passato di mano in mano affinché tutti possano giovarsi della fragranza che si sprigiona.
Si riporta che al-Ašraf Qānṣūh al-Ġūrī, ultimo sultano mamelucco del Cairo, amante delle arti, della bellezza e dei profumi, avesse un funzionario, detto mujammir al-mabkhara, appositamente incaricato di curare la fumigazione prima di ogni preghiera e prescrivesse la purezza dell'olio delle lampade per garantire la purezza del loro aroma.
Il bruciatore tradizionale, mabkhara, era anticamente in metallo e ottone lavorato e ornato di piccoli specchi. Oggi la sua ben riconoscibile sovrapposizione di forme geometriche è un simbolo dell'ospitalità e della condivisione, ispira la struttura architettonica di molti minareti e si ritrova rappresentata nelle piazze arabe, come segno di benvenuto.
In modo simile al boukhour è bruciato il legno di Aquilaria infettato un particolare fungo, che lo rende scuro e resinoso. La parte centrale del tronco, impregnata della sua stessa resina e ridotta in schegge profumate, prende il nome di oud (عود), che significa in arabo semplicemente "legno", ed è particolarmente apprezzato e richiesto, al punto che la specie da cui è principalmente ricavato è stata considerata a rischio. La parola oud, a volte scritta aoud o oudh, viene usata nella profumeria occidentale sia per indicare l'olio essenziale e la resina di questa pianta, questa seconda detta dai Francesi calambac, sia per intendere genericamente i sentori di legno impregnato o fumigato. Ancora, l'oud è stato oggetto di un risalentissimo commercio tra Vietnam e Giappone, diffondendosi altresì con il nome di agar o agaru in tutto l'Estremo Oriente, dal Tibet, dove entra a far parte della medicina tradizionale, all'India, dove assume valenza religiosa, da cui il nome agarwood o anche l'assonante aloewood o eaglewood, tuttora usato nei paesi anglofoni.